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Psicologia sportiva


L’ANALISI DI UNA PARTITA DI CALCIO


1. ALLENAMENTO DELLE ABILITÀ PSICOLOGICHE CHE ESIGE LA COMPETIZIONE

Gli allenatori sono consapevoli che il carattere che i giocatori dimostrano in allenamento e in partita, siano fattori importanti per spiegare e giustificare il loro rendimento. Le sconfitte sono spesso attribuite a variabili di tipo psicologico quali “la mancanza di concentrazione”, che “si è avuta poca tensione”, che “la squadra ha perso fiducia in sè stessa”, etc.

Si cerca, perciò, la spiegazione di un insuccesso nella “mentalità” della squadra. Ora è possibile rendere concreto in termini relativamente obiettivi ciò, che in forma generale è indicato come “carattere o attitudine”.
Gli psicologi dello sport hanno confermato che le abilità psicologiche, ciò che gli allenatori chiamano “carattere vincente”, configurano le esigenze della competizione di massimo livello. Considerando, quindi, che le abilità psicologiche sono importanti per ottenere un rendimento ottimale, è possibile osservare e valutare quali siano utilizzate correttamente per il gioco, quali sia necessario migliorare, come i giocatori le interpretano e le utilizzano durante l’allenamento e le partite e, inoltre, che grado di dominio il giocatore dimostra nei confronti di ognuna di esse.

Ciò permette all’allenatore di verificare quali abilità psicologiche siano maggiormente sviluppate in ogni giocatore e quali abbiano necessità di un successivo approfondimento.

Inoltre, l’allenatore può valutare quali abilità psicologiche richiedono un’attenzione maggiore, o quale allenamento possa rendere possibile un’ottimizzazione della preparazione psicologica dell’intero gruppo.


Di seguito sono esposte le abilità psicologiche che si pensano possano contribuire a migliorare il rendimento della squadra e del singolo. A tale proposito è presentata una breve definizione di ognuna, in modo che risulti semplice identificarle e differenziarle tra loro.


L’intelligenza sportiva:
È la capacità di apprendere, di risolvere problemi, conflitti o situazioni e, inoltre, di trasferire ciò che si è appreso in situazioni diverse.

L’attenzione e la concentrazione:
È la capacità di percepire gli stimoli pertinenti che l’ambiente propone; di focalizzare l’attenzione sui riferimenti fondamentali del gioco; di mantenere l’attenzione durante tutto il tempo necessario, senza distrazione alcuna.

Possedere il livello ottimale di tensione:
E’ la capacità di possedere un livello di attivazione muscolare ottimale. I muscoli non presentano tensioni eccessive ma, al contrario, palesa la tensione giusta affinchè il giocatore si senta pronto all’azione. Il giocatore non ha ansia nè, tanto meno, gli manca l’energia di attivazione.

La motivazione per competere:
S’intende il desiderio di competere, di confrontarsi, di lottare, di gareggiare e combattere per la disputa della palla, o di vincere e superare il rivale in ogni azione. In definitiva è la disponibilità a realizzare il massimo sforzo e dare il massimo di se stessi.

L’autostima:
Corrisponde alla percezione che ogni giocatore deve possedere del proprio livello di capacità e competenza. Mostrando consapevolezza di operare in un gruppo, esprime sicurezza e mette al servizio della squadra le proprie abilità.

Assumere iniziative e prendere decisioni:
Corrisponde alla facilità di assumere iniziative, o prendere decisioni di responsabilità durante il gioco.

Dimostrare personalità di fronte alle difficoltà:
E’ la capacità di mantenersi sereni e scegliere soluzioni idonee nelle situazioni di maggior difficoltà.

Il controllo emozionale:
E’ la capacità di controllare le emozioni in modo che non danneggino la propria condotta, diminuendo il rendimento. Si tratta di superare l’euforia, il timore, l’ansia, l’arrabbiatura e lo scoraggiamento, al fine di ottenere risultati sportivi ottimali.

La tolleranza alla fatica e al dolore:
E’ la capacità di sopportare la sofferenza fisica determinata dalla fatica e dal dolore.

La ricettività e l’assimilazione:
E’ la capacità di ascoltare e accettare i suggerimenti o le correzioni, per assimilarli al fine di cambiare la propria condotta.

La capacità d’identificazione e d’integrazione nel gruppo:
E’ l’attitudine del giocatore alla solidarietà, alla cooperazione, all’identificazione e all’appartenenza a un gruppo rappresentato, in questo caso, dalla squadra.

2. DALLE ABILITÀ PSICOLOGICHE AL COMPORTAMENTO GLOBALE

Lavorando sulle abilità psicologiche si deve arrivare a un comportamento globale che rifletta il carattere individuale e l’attitudine psicologica con la quale il giocatore affronta gli allenamenti e le partite. L’obiettivo finale sarà quello di formare un gruppo dotato di un’aggressività positiva e vincente. Affinchè ciò avvenga, è fondamentale, reparto per reparto, osservare:

nel reparto arretrato, un’alta aggressività difensiva, con l’aggiunta di doti costruttive del gioco e di offesa in certe situazioni (vedi angoli a favore). Il gruppo nella sua prestazione difensiva c’è, se la concentrazione è costantemente medio-alta (nell’applicazione di diagonali, risolutive per esempio).

in mezzo al campo un buon equilibrio tra interdizione- costruzione ed attacco, è di grande valore. Significa che il gruppo si realizza in larga parte nella sua regione di centro, laddove si smistano e si produce la maggioranza delle comunicazioni, verbali (cosa si dice in campo) e non (passaggi-movimenti-segnali vari). Un punto nodale è rappresentato dalla velocità con cui il centrocampo riesce a convertire uno stato d’animo distruttivo a uno costruttivo. Abbiamo detto che l’eccesso di aggressività, nelle gambe e nella testa, riduce questa capacità, per cui aumentano le imprecisioni, i tocchi inutili, gli urti, etc. Da un altro versante s’indeboliscono: la fantasia, l’intuizione, la visione della profondità e della porta. Il tiro a rete dei centrocampisti è l’emblema dell’aggressività positiva del gruppo in campo.

nel reparto avanzato assieme ad una elevata carica offensiva, completano il gruppo: le dinamiche che favoriscono le finalizzazioni, gli apporti di pressing, l’aggressività difensiva quando si è chiamati dietro. Il gruppo funziona se gli attaccanti sono sì egoisti, ma hanno gli occhi… Stante queste proprietà così distribuite, e così allenate, (ci vogliono tempo e condizioni societarie e ambientali adeguate) le interazioni in campo, tra i vari reparti, potranno farci vedere un vero gruppo. Un’entità superiore che un allenatore deve saper sentire e vedere, allenare e salvaguardare prima e più dei singoli calciatori quanto dei moduli di gioco scelti.

3. PREPARAZIONE DELLA GARA

La preparazione della singola gara è una fase importante del lavoro del tecnico. Occorrerà concentrarsi sul proprio modulo di gioco, con le opportune varianti, adattandolo ai vari moduli di gioco che potrebbero adottare i nostri avversari.

In considerazione dell'esperienza maturata in questi ultimi anni, ho potuto verificare che la maggior parte delle squadre si schiera con il modulo 4-4-2. Per tale motivo in funzione della seguente considerazione passo ad analizzare le principali situazioni di gioco utilizzate:

Fase Difensiva

4c6: per capire l'organizzazione delle diagonali semplici, esterne e le doppie diagonali, con palla centrale; con poco movimento ad accorciare e con poco elastico, a causa delle poche situazioni di PALLA COPERTA
6C6: con vincoli iniziali per quanto concerne il primo passaggio: sugli esterni alti avversari con relativa verifica delle scalate principali, in base al livello di campo di quest’ultimo; sulla punta con relativa organizzazione dei raddoppi di rientro in verticale da parte dei nostri centrali di centrocampo.
8c6: per l’apprendimento delle principali scalate sulle sovrapposizione degli esterni bassi avversari
Esercitazioni per l’apprendimento di alcuni particolari tecnici, intesi come sviluppo delle situazioni di gioco (esempi):
orientamento del corpo nei movimenti di rientro in diagonale
posizione del corpo, da parte degli esterni bassi (ma anche alti), sui lanci a tagliare in diagonale alle loro spalle
movimenti ad elastico, a staccare da parte di uno dei due centrali difensivi, in base alla posizione della palla (semicampo di presenza) ed alla posizione delle due punte
marcatura alle spalle di un attaccante alto e grosso rispetto ad uno di piccola statura
Concetti generali sviluppabili attraverso le esercitazioni a tema e le partite di allenamento:
Esempi:
Squadra corta e stretta
Mentalità attiva nella fase di riconquista della palla, con forte pressione sul portatore di palla (cercando di far capire però quando sarà il momento di temporeggiare).
Interscambi difensivi e raddoppi di marcatura
fuorigioco (tattica): utilizzo e sviluppo di una progressione didattica in base ai livelli di apprendimento del gruppo a disposizione;
Ribattuta
Retropassaggio
Contropiede in inferiorità numerica

Fase Offensiva

movimenti a secco, tipo partite-ombra per provare i movimenti offensivi del 4-4-2 ed analizzare i necessari tempi di sviluppo: 6c0- 8c0- 10c0.
Come prima introducendo i quattro difensori
6c6
8c6
8c8
Concetti generali sviluppabili attraverso le esercitazioni a tema e le partite di allenamento:
Esempi:
Nel basket, quando uno schema non riesce a essere completato sul 1° movimento, sono previste le necessarie varianti. Nel calcio ho l’impressione che, effettuato il 1°movimento tutto si fermi, mentre invece dovrebbero essere studiati anche in questo caso dei movimenti alternativi che inneschino nuove soluzioni di movimento
Linguaggio non verbale, d’innesco dello schema da parte del giocatore che intende iniziare la sequenza dei movimenti: a tale movimento tutti si dovranno adeguare (cambio di velocità- cambi di senso e direzione..)
Movimenti opposti da parte di alcune catene di giocatori (di solito coppie), nel rispetto dinamico di importanti concetti di tipo spaziale: CORTO-LUNGO / BASSO-ALTO…
lavoro sui tempi delle giocate (momento in cui dare la palla per esempio sulle sovrapposizioni..)
Necessario equilibrio trai giocatori OTTIMISTICO-ORIENTATI e PESSIMISTICO-ORIENTATI (giocatori davanti e dietro la linea della palla), in base all’impostazione tattica della gara
Esercitazioni per l’apprendimento di alcuni particolari tecnici, intesi come sviluppo delle situazioni di gioco precedentemente descritte (esempi):
Atteggiamento corporeo della punta nella protezione della palla sistemati dorsalmente rispetto al difensore (bacino-braccia..)
Orientamento del corpo delle punte sugli incroci (sia punta in appoggio che quella deputata a dare la profondità)
Come eludere la tattica del fuorigioco
blocchi nelle situazioni di palla inattiva
importanza del gioco di sponda per i tempi delle giocate in profondità.

4. L’OBIETTIVO FINALE IN FASE DI PREPARAZIONE DELLA GARA

L’obiettivo finale in fase di preparazione della gara è di far sì che la squadra diventi la più AUTONOMA e CONSAPEVOLE possibile, in modo da non dover di volta in volta insegnare come ci si comporta contro una difesa a 3, a 4, contro i tagli, le sovrapposizioni….
L’allenatore deve fare cioè in modo che l’organizzazione universale della squadra, sia così accurata da consentirgli di preoccuparsi di dare in prevalenza consigli e raccomandazioni su come affrontare la gara, compiendo in parallelo solo dei richiami tattici con alcune esercitazioni a tema.

5. GESTIONE DELLA GARA A LIVELLO GENERALE

Nella gestione della gara si nota spesso, un’eccessiva attenzione e concentrazione sia da parte dei giocatori che dell’allenatore stesso, nei riguardi dell’elemento catalizzatore del gioco: il PALLONE. Secondo me, invece, bisognerebbe far sì che l’allenatore si concentri sull’ambiente globale e in particolare su ciò che avviene lontano dalla zona di presenza della palla (elemento catalizzatore). Inoltre è importante che ogni allenatore educhi, in questo anche i propri giocatori che rispetto a lui sono oltre modo condizionati dallo stress, dalla tensione agonistica che può provocare la gara. Una tale situazione accade sia durante la fase OFFENSIVA che DIFENSIVA:

per quanto concerne il tecnico, un tale comportamento “origina”, spesso dallo stato di “trance agonistica”, di coinvolgimento emotivo in cui si viene a trovare durante la gara;

per quanto concerne i giocatori deriva sia dalle difficoltà che essi possono incontrare a restare concentrati (se non del momento dell’ingresso della palla nel loro TERRITORIO DI DOMINIO) sia per una questione di “PIGRIZIA MENTALE” connaturata ad una condizione psicologica tipica della società odierna.

A LIVELLO SPECIFICO

Difficoltà a gestire le SCALATE PRINCIPALI, quando gli avversari adottano un modulo (o lo variano nel corso della gara) non speculare a quello da noi adottato. Un allenatore è spesso molto concentrato sulla propria squadra, sui movimenti da essa compiuti e per questi motivi difficilmente si trova nelle condizioni di osservare con puntiglio ed accuratezza posizioni e movimenti dei giocatori avversari: per tale motivo sarebbe opportuno che ogni allenatore si avvalga di un collaboratore, che durante le partite (sulle tribune oppure in panchina) osservi la squadra avversaria, con lo scopo principale di individuarne PUNTI FORTI e PUNTI DEBOLI.
Gestione dell’intervallo come un vero e proprio TIME-OUT TECNICO di stampo cestistico e pallavolistico: nel momento iniziale dell’intervallo in cui la squadra si rilassa, l’allenatore si confronta con il suo collaboratore, cercando di mettere in ordine gli appunti raccolti e focalizzare insieme con lui le cose più importanti da dire. Tuttavia, anche con l’aiuto della lavagnetta, parla alla squadra, puntualizzando le cose (giuste o sbagliate che siano) hanno o non hanno fatto nel corso del primo tempo. Dopo di che si passerà al comportamento tattico che la squadra dovrà tenere nel 2° tempo.

6. ANALISI POST GARA

Sulla base degli appunti presi e delle osservazioni rilevate durante la gara, l’allenatore dovrà compiere una sintesi analitica da esporre brevemente ai propri giocatori all’inizio della prima seduta settimanale. L’analisi post-gara permetterà all’allenatore di valutare quanto la squadra è riuscita a rispettare il PIANO DI GARA e quanto si è discostata da esso. L’allenatore dovrà essere molto preciso e il più possibile SINTETICO, allo scopo di canalizzare al meglio l’attenzione dei propri giocatori. Prima di tutto un’analisi generale attraverso l’utilizzo, quando possibile, dei dati raccolti attraverso lo SCORE della gara (fuorigioco- tiri- falli…). Poi un’analisi più specifica di quanto è accaduto durante la FASE DIFENSIVA ed OFFENSIVA.

 
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